FESTA DEI SANTI E COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
Più che Feste
sono un mese di riflessione, sul nostro futuro post mortem, quello che speriamo
bello per tutti, ma per il quale anche ci impegniamo. Il paradiso comincia
nella vita buona qui, nell’amore filiale vissuto come dono di sé e delle
proprie cose ai fratelli. Il culto dei morti ci ricorda che essi
sono vivi, anche
se temporaneamente il loro corpo riposa nella terra in attesa della
risurrezione. Perciò siamo in comunione con loro: loro pregano Dio per noi e
noi per loro, e ricordiamo i buoni esempi e l’amore che ci hanno dato mentre
erano vivi tra di noi. La celebrazione delle S. Messe è la forma più grande di
suffragio e di preghiera: celebrazione che deve essere ben partecipata,
preceduta (possibilmente) dalla Confessione, che è un dono straordinario di
potenza per liberarci dai peccati e dall’opera del maligno, per aiutarci a
diventare con Gesù umili figli del Padre buono, attivi nel bene. Qualcuno al
giorno d’oggi fa l’originale ritornando alla teoria della reincarnazione, cosa
ben nota agli egiziani, che tre mila anni fa non conoscevano la Rivelazione della
Risurrezione di Gesù. Le sette religiose e la religione fai da te stanno
facendo di tutto per contrastare la chiarezza del Vangelo, che nella sua
semplicità è una bomba di amore e di bene per noi singolarmente e per la
comunità. Solo il Vangelo è la verità della vita. Visitiamo perciò il Cimitero,
non per piangere, ma per pregare, per riflettere, per domandare ai nostri cari
che cosa vivono e che cosa vedono ora, e che cosa ci raccomandano di fare. E.P.
(I Santi vanno verso l’Agnello immolato, il Cristo Pantocratore, che li accoglie nella sua gloria)

(I Santi vanno verso l’Agnello immolato, il Cristo Pantocratore, che li accoglie nella sua gloria)
