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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

VERBUM CARO FACTUM EST

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Auguri di un buon NATALE . "Verbum caro factum est" - "Il Verbo si fece carne" (Gv 1,14).  Ve li facciamo attraverso alcuni stralci del messaggio lanciato da papa Benedetto XVI alla benedizione urbi et orbi di oggi 25 dicembre 2010. Vi presentiamo anche le foto ricevute di alcuni presepi: Sainte Alène, Casa Bettarini, casa Bettoni, Casa Ranalli, Casa Terenzio, Saint-Boniface, rue Philomène, casa locatelli, Casa Tredici. Cari fratelli e sorelle, che mi ascoltate da Roma e dal mondo intero, con gioia vi annuncio il messaggio del Natale: Dio si è fatto uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Dio non è lontano: è vicino, anzi, è l’"Emmanuele", Dio-con-noi. Non è uno sconosciuto: ha un volto, quello di Gesù. E’ un messaggio sempre nuovo, sempre sorprendente, perché oltrepassa ogni nostra più audace speranza. Soprattutto perché non è solo un annuncio: è un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella Persona di Ge

AVVENTO: UN LEADER AUTENTICO!

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Un leader, un capo carismatico accompagna in questo tempo i nostri passi. È un vero profeta, Giovanni il Battista. Il suo contesto è il deserto, un ambiente di terra secca e arida. Per quarant’anni, però, questo si era trasformato in un cammino straordinario di ricerca di Dio per il suo popolo. Questo percorso stanco e tonificante fa emergere tutti i propri idoli. Illumina, anzi, il vero senso di questa parola e del suo contrario, l’icona. Idolo e icona hanno la stessa origine. Vivono entrambi una relazione con lo sguardo, con il sacro e con il bello, ma sono animati da una dinamica opposta. L’idolo concentra tutte le forze, l’attenzione, il potere: è autoreferenziale per eccellenza. L’icona, al contrario, rinvia a qualcosa di più grande. È un raggio della luce della Divinità, una finestra aperta sul Trascendente. Si diventa un idolo quando si vive un protagonismo eccessivo o un attivismo esagerato, quando ci si mette al centro dell’ammirazione, dell’attività o dell’obbedienza di al

AVVENTO: INCAMMINARSI VERSO L'ALTRO

Londra. Un dolce volto di ragazza filippina accosta il bouquet di cinque candele d’avvento nella nostra chiesa. Con un sorriso impercettibile accende la prima, lentamente. È un gesto semplice e straordinario di una giovane migrante, sotto lo sguardo di tutti, nel silenzio generale. Tre candele di colore violaceo, una rosa e una bianca, - quest’ultima servirà per illuminare la notte di Natale - sono il simbolo che si ritrova in tutte le chiese inglesi. Non sono solo candele. Sono passi di un cammino. Questo gesto è un invito rivolto a tutti. Anzi, è un ordine interiore: partire. L’avvento, infatti, non è attendere, restare, sedersi o sperare. È incamminarsi. È ritrovare insieme la fede di Abramo: uscire dalla propria terra. Viaggiare come i pastori, come i re magi o come i migranti: milioni di uomini e di donne che escono dal loro mondo, animati dalla speranza. L’avvento è uscire dalla propria terra, dalla cerchia dei “nostri”. È superare lo status-quo, l’immobilismo, la sedentarietà

UN POPOLO SENZA LINGUA MUORE

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Un popolo che non ha lingua, muore. E' quanto sta rischiando l'Italia nel mondo ed è per questo che vorremmo sostenere la Società Dante Alighieri. Per il Natale ormai prossimo, ci rimane, ormai su tutta Bruxelles, una sola messa di mezzanotte in lingua italiana: alla chiesa St. Boniface rue de la paix – Ixelles, venerdi 24 dicembre ore 24.00. Canteremo sicuramente i canti natalizi della tradizione italiana compreso “Tu scendi dalle stelle”. Ci si rattrista, comunque, nel vedere quanta poca attenzione viene data all’uso e alla diffusione della lingua italiana. Sempre più sovente anche nelle iniziative organizzate dalle Istituzioni italiane, viene usato soprattutto un altro idioma che non l’italiano: peccato! Volentieri rilanciamo il grido di allarme e di mobilitazione che riceviamo dall’UNAIE e da Franco Narducci suo Presidente nonché Vicepresidente Commissione Affari esteri Camera dei Deputati “Mentre ci apprestiamo a celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, il Governo tagl