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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

AUGURI AFRICANI

Una Pasqua all'insegna dell'accoglienza. E' troppo vitale la liberazione dalla morte, qualunque essa sia! La Pasqua quest’anno incrocia i drammi e le speranze dell’Africa. I viaggi dei tunisini, le preoccupazioni degli algerini e degli egiziani, il dramma degli ivoriani, la fuga dei somali e degli eritrei, il dolore dei libici. E’ un insieme di sofferenza e angoscia che ritrova nelle croci - soprattutto quella appesa all’ufficio pastorale del parroco di Lampedusa, costruita con i legni delle barche arrivate al porto, o quelle degli 86 morti senza nome portati dalle onde sulle spiagge di Lampedusa e sepolti nel cimitero dell’isola – una condivisione piena in questa settimana di passione 2011. Dalla croce di Cristo ammiriamo e comprendiamo queste croci. Il libico Simone di Cirene ci ha ricordato che tutti, in qualche modo, siamo chiamati a portare queste croci, per un pezzo della nostra storia. Queste croci chiedono un’Europa solidale, queste croci sperano in un federalismo

DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA

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Si avvicina l'appuntamento centrale per i cristiani: la Pasqua. Anche le comunità italiane di Bruxelles e dintorni parteciperanno ai momenti religiosi delle celebrazioni. DOMENICA 17 APRILE ore 17.00 alla Cattedrale St. Michel e Gudule c'è stata la grande assemblea delle comunità italiane di Bruxelles per la commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme. Sono stati distribuiti i rami di ulivo ai partecipanti. Diverse persone raggiungono in questi giorni le loro famiglie in Italia: auguri! Per chi rimane a Bruxelles ecco gli appuntamenti che si vivranno con le parrocchie locali per la maggior parte e per chi cerca le celebrazioni in lingua italiana le trovera soprattutto alla cappella del Divin Sauveur (Rue Smekens 83 1030 Schaerbeek) alle ore 20.00 per giovedi e Venerdi santo e alle ore 22.00 per la veglia pasquale del 23 aprile.

LAMPEDUSA. IL POTERE DEI SEGNI

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Lampedusa: il potere dei segni, In un mondo che cerca segni di potere Agrigento - “Caritas sine modo”. È la scritta che campeggia, accanto al crocifisso, nell’ufficio parrocchiale di don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa. È una frase in latino che vuol dire: amore senza limiti. Meglio, amore senza moderazione, smodato, senza misura. Un motto che riassume benissimo la testimonianza-impegno-denuncia dei lampedusani nei giorni caldi dell’“invasione” dell’isola da parte degli immigrati. In queste settimane ci siamo sforzati di raccontare non solo “l’isola che non c’è” (quella dei disservizi, della “gestione fallimentare dell’emergenza”... che tanto spazio ha avuto sui media locali, nazionali e internazionali) ma, soprattutto, “l’isola che c’è”, quell’impegno fattivo di tanti che, nel segreto e lontani dagli obiettivi delle telecamere e dalle prime pagine, hanno praticato nei fatti, la “caritas sine modo”. Ad un mondo, che cerca e racconta solo i segni del potere, questa gente ha mo