WEEK FOR HOPE
WEEK FOR HOPE : la
Chiesa compagna di viaggio per l’Europa
Pur essendo stato proclamato Anno della Cittadinanza, il 2013 offre un
quadro europeo economico e sociale quanto mai inabitabile: disoccupazione
giovanile, scioperi, violenza urbana e radicalismi sono ormai all’ordine del
giorno. In questo clima tumultuoso, dove lo scetticismo ha spento l’entusiasmo
del fare dei padri fondatori, la
Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) ha promosso, dal
24 al 27 giugno a Bruxelles, la "Week for Hope" (Settimana della
speranza), l' iniziativa torna alle radici della storia cristiana presentando
all'Europa di oggi le figure di uomini e donne che con il loro impegno,
talvolta vissuto fino alla morte, hanno costruito questo continente sulle basi della
giustizia sociale, della legalità, del dialogo e dell'accoglienza.
La Settimana della Speranza ha visto il susseguirsi di incontri e
dibattiti, inerenti l'educazione dei giovani, il servizio alle persone povere
ed emarginate, il riferimento etico nell'economia e nella finanza, la lotta al
crimine e le migrazioni, suddivisi in 3 momenti fondamentali nel corso della
giornata: al mattino "Start your day", con un momento di preghiera a
colazione prima di recarsi al lavoro; a metà giornata "Have a break"
con un dibattito durante la pausa-pranzo; e infine, alle 20, "Finish your
day", con una stimolante discussione a cena. Ognuno dei temi trattati è stato introdotto dalla presentazione di varie figure di santi e beati come, per esempio, il polacco padre Jerzy Popieluszko (giustizia, pace e libertà), il beato John Henry Newman (educazione), don Pino Puglisi (lotta alla mafia), e frère Christian de Chergé, ucciso con 6 confratelli a Tibhirine in Algeria (comunione e dialogo).
Le parole di padre Patrick H.Daly, segretario generale della Comece, lasciano ben intendere l’obiettivo della Settimana della Speranza: far capire ai cittadini che la Chiesa è presente, è per un ottimismo europeo,“è una compagna di viaggio, al servizio di tutti quelli che cercano di dare un’anima all’Europa”.