BRUXELLES-BANNEUX A PIEDI! FATTO!

160 KM a piedi, con un gruppo di amici e con l’aria consapevole di pellegrini. Fatica, forza, silenzio, preghiera e ... un bene dell’anima! Questa l’esperienza di 9 persone partite da Bruxelles per raggiungere Banneux Notre Dame in 6 giorni.

Una prima in assoluto, salvo smentite, questa del pellegrinaggio a piedi Bruxelles-Banneux Notre Dame.
Partiti martedì 7 giugno dalla fermata del Metro di Montgomery e arrivati al santuario di Banneux Notre Dame domenica 12 giugno verso le quattro e mezzo del pomeriggio.
In totale nove pellegrini hanno partecipato al pellegrinaggio e sei l’hanno percorso completamente per 160 chilometri. Altri tre hanno potuto camminare solo le ultime tre tappe.

L’iniziativa fu lanciata a livello nazionale perché era proposta nel contesto dell’appuntamento annuale che coinvolge le comunità italiane del Belgio e che raduna a Banneux, per il lunedi di Pentecoste, più di 2000 italiani. 8 pellegrini erano da Bruxelles (Schaerbeek, Molembeek, Woluwe St. Lambert, Etterbeek, Saint Gilles, Forest) ed 1 da Genk (Limburgo).
I sei giorni per percorrere i 160 chilometri sono stati certamente impegnativi, ma soprattutto c’è stato un grande lavoro organizzativo per la preparazione.
Rosalba ha saputo intrattenere public relation formidabile con ogni referente possibile ed in particolare con i parroci e i responsabili delle Sali parrocchiali. Infatti era importante poter trovare dove potersi fermare la sera e trascorrere la notte per il recupero delle forze.
Si sono trovate diverse soluzioni , qualcuna migliorabile, ma nel complesso soddisfacente. Dove non c’era il sufficiente conforto c’è stato una accoglienza spontanea straordinaria che ha supplito alla grande il disagio inevitabile.
LA PREPARAZIONE
La preparazione ha richiesto un lavoro importante tra il reperire le mappe, studiarle, raccoglier indirizzi e dati, esaminarle, decidere il percorso, le tappe, le fermate ed i tempi di percorrenza. Si è lavorato su questo nei mesi autunnali dello scorso anno e sui due mesi precedenti il pellegrinaggio.
In effetti , le tappe sono state un po’ lunghe ed impegnative dal punto di vista fisico perché almeno quattro tappe raggiungevano e oltrepassavano i 30 chilometri, e per lo più non avevamo un grande allenamento nelle gambe. Quindi si arrivava un po’ sfiancati e con un po’ troppa fatica nelle gambe.
Per qualcuno è stato necessario prendere ripieghi per evitare complicazioni fisiche.
Eravamo obbligati dai luoghi di alloggiamento, ma, forse si può aggiungere una tappa e chiedere ospitalità alle famiglie del posto.
Michele si è preso la briga di organizzare e realizzare i sopralluoghi per ogni verifica e ha, praticamente camminato quasi tutto il cammino previsto insieme alla moglie Michelina che stava recuperando dopo un incidente. Solo così si è potuto decidere alternative e deviazioni ritenute opportune per un cammino più sicuro e migliore.

SI PARTE
Il riferimento cardine è stato il sentiero Grande Randonnè n. 579 e n. 564 e camminare su un sentiero ben segnalato dà sicurezza e tranquillità.
Il contesto naturalistico è stato di grande interesse, con i campi di frumento che arrivavano alla maturazione, il verde dei granoturco da poco spuntato, i ciliegi che porgevano i loro frutti squisiti e la temperatura mite e non troppo soleggiata che favoriva un cammino veloce e gradevole.
Non sono mancate bolle ai piedi, muscoli e tendini un po’ strapazzati e ginocchia messi a dura prova.
Il peso dello zaino, benché contenuto ai 10kg, si è fatto comunque sentire.
Abbiamo cucinato solo ad una sosta, gustando la squisitezza delle lumache raccolte, poi, per le restanti abbiamo potuto contare sul sostegno culinario locale e sul ristorante, scelta non troppo felice, a Banneux.

LA TAPPA DI CAMMINO
Il ritmo del cammino prevedeva un momento di preghiera e motivazione alle 8.00 del mattina dopo la colazione ed aver preparato gli zaini. Quindi il cammino di circa 2 ore per una pausa di 15 minuti per mangiare un po’ di frutta e riposarsi. Si proseguiva per altre 2 ore fino alla pausa di un’ora per il pranzo verso le 12.30. Al pranzo si aggiungeva un quarto d’ora per una riflessione condivisa sul tema della giornata. Si riprendeva fino al traguardo, optando per una ulteriore pausa a metà quando la stanchezza si faceva sentire, ma per lo più si reggeva fino alla fine per timore di non poter più ripartire.
Arrivati al luogo previsto per l’alloggio ci si rinfrescava secondo le possibilità per poi celebrare la Messa con la comunità locale o invitando coloro che ci accoglievano.
In serata la cena e si preparava il picnic per il giorno seguente. La preghiera della compieta verso le 22.00 concludeva la giornata. E... tutti a nanna per un riposo rinfrancate e più che necessario.

NON SOLO CAMMINARE
Un piccolo libretto per le preghiere e le riflessioni era stato preparato e affidato ad ogni partecipante.
Abbiamo camminato pensando alla pace, ai migranti e pellegrini, alle famiglie, ai malati, alla chiesa, alle vite consacrate. Abbiamo condiviso riflessioni di san Bernardo di Chiaravalle, Dante, Erri de Luca, Tonino Bello, card. Mercier, oltre le letture della messa di ogni giorno.
Abbiamo condiviso momenti significativi come dalle suore missionarie di Bossut che celebravano l’anniversario della loro fondazione missionaria o alla parrocchia di Jodoigne per la festa del suo patrono, Sant Médard.

INCONTRI NELLA SOSTA
A Bossut abbiamo alloggiato in una ferme trasformata e adattata ad ospitare incontri, banchetti e alloggi per feste familiari o incontri organizzati. Dominique Stoop, l’intendente ha assicurato l’accoglienza, il buon funzionamento di tutto nonché la cena della sera ed il pic nic del giorno dopo. L comunità delle suore missionarie, suore che hanno vissuto una vita in africa e nel terzo mondo e che ora vivono la fase della pensione in questo monastero dove sono accudite e governate dalla efficace suor Marie Bernard, africana e con una montagna di saggezza e di savoir faire.

A Jodoigne, seconda tappa del percorso siamo stati accolti splendidamente dal Doyen Guy Paternostre che si è fatto in quattro per farci star bene ed offrendo la sala parrocchiale con le sue attrezzature. Si siamo dovuti adattare per il dormire, ma sarebbero stati utili alcuni materassi.

A Hannut, siamo stati ospitati dai padri Croisier. Un loro antico monastero rimesso a nuovo e capace di ospitarci in modo soddisfacente. La tappa lunga ha messo a prova la coesione del gruppo: la stanchezza non aiuta sempre. L’intendente ha provveduto per la cena ed il picnic sia per la comunità dei padri che per noi pellegrini.

A Saint-Georges sur Meuse arriviamo dopo aver provato il gusto dell’acquazzone che ci obbliga ad utilizzare il poncio che protegge noi e lo zaino dall’acqua: ci mancava l’acqua. il parroco l’abbé Floribert, africano e la signora Menzik hanno fatto miracoli, coinvolgendo le comunità ed alcune famiglie italiane che si sono fatti vive ed hanno condiviso la messa e un aperitivo insieme a noi. La loro generosa cortesia e efficace accoglienza ci hanno commosso. Don Nino della comunità italiana di Rocourt ha pensato alla cena e ci ha fornito di ogni ben di Dio sia per la sera che per il giorno dopo.

A Seraing ci arriviamo decidendo l’alternativa alla strada nazionale e così conosciamo i sali e scendi della Vallonia. La pausa di Jemappe ci vede stanchi e qualcuno soffre troppo. Si tiene duro per arrivare in rue Beaujan dove è situata la missione cattolica italiana. Gli ambienti della missione sono presi dalla festa di un battesimo, ma i locali della scuola ed altre sale risolvono l’esigenza del dormire e del riposo. La comunità italiana, prepara una buonissima cena che condivide con noi e così a tavola ci ritroviamo in circa 20 persone, ed è piacevole. Al mattino, di buon’ora, ci servono pane fresco e croissant: ottimi per partire di lena e a tempo debito per l’ultima tappa Seraing-Banneux.

Banneux, FINALMENTE!
Sali e scendi, molta strada asfaltata ma scegliamo con cura le strade meno trafficate. Qui non c’è più la balise della grande randonné, ma il percorso è studiato bene e Michele, Rosalba e Michelina, lo hanno già camminato in antecedenza. Incrociamo per molti chilometri una manifestazione ciclistica con più di 15.000 ciclisti amatoriali che incitiamo lungo le discese. Arriviamo pian piano ad intravedere le case ed il campanile del santuario.

Siamo tutti insieme, meno Asia, che ha raggiunto il santuario altrimenti. Sono le 16.30, siamo commossi, ce l’abbiamo fatta! Ognuno gusta la sua soddisfazione intima e si raggiunge la cappella dell’apparizione. Si prega in silenzio, si ringrazia Maria la vergine dei poveri per la riuscita del cammino e la sua protezione. Si fa una foto ricordo del gruppo. Poi a bagnarsi con l’acqua e a berne dei lunghi sorsi: una foto ricordo che domandiamo a qualcuno di scattare.
Si raggiunge la struttura del “Poverello” dove saremo ospitati per la notte aspettando gli amici italiani che raggiungeranno il santuario l’indomani.
Ognuno ha un stanza, docce, letto buono. Ci si sistema e ci si dà appuntamento per le 19.00 per concludere con la messa nella piccola cappella del Poverello.
Più tardi raggiungiamo un ristorante sulla spianata e condividiamo la cena festeggiando don Domenico perché il 12 giugno di 35 anni fa è stato ordinato sacerdote.

ARRIVANO I NOSTRI
Il mattino dopo, alla preghiera delle lodi, si condivide un momento di riflessione autentico dove ognuno regala le sue emozioni, le sue fatiche e quanto ha sperimentato lungo il cammino: è molto bello e condividiamo amicizia, gratitudine e riconoscenza al Signore per le grazie avute.

Prepariamo gli zaini, puliamo la struttura, consegniamo le chiavi e ci avviamo verso i pullman che stanno arrivando. Salutiamo gli amici di saint Gilles che si complimentano con noi. Don Domenico saluta i 6 preti suoi compagni di messa che sono giunti dall’Italia per celebrare insieme l’anniversario. Carichiamo i bagagli per poi unirsi alla spianata per la processione e la recita del rosario.
Altri raggiungono la chiesa per le prove di canto. Alle 11.00 la grande messa solenne cantata e partecipata da una grande assemblea di oltre 2000 persone. C’è anche un gruppo di africani che ha chiesto di poter partecipare alla celebrazione dove eseguono un canto e svolgono il momento dell’offertorio.
Presiede Luc Van Loy il vescovo di Gant e presidente della pro-migrantibus.
Il gruppo di animazione musicale è costituito da componenti di 5 comunità del Belgio e fa le cose per bene trascinando l’assemblea alla partecipazione: Giuseppe e don Pippo accompagnano con la chitarra e l’organo. Don Battista ha parole di apprezzamento per il drappello che ha compiuto l’impresa in pellegrinaggio a piedi da Bruxelles fino a Banneux e li saluta affettuosamente.
Dopo la messe, ognuno si disperde, si raggiungono le diverse comunità per poi ripartire con il bus verso la gita pomeridiana.

Un pellegrinaggio da ripetere ?
Chissà, e perché no?!?!

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