UN PAPA "BEATO" PER AMICO

Roma Fiumicino, Aeroporto Leonardo da Vinci, 29 aprile 2011, ore 21:00, finalmente dopo aver recuperato i bagagli Joséphine, mia compagna di pellegrinaggio, ed io ci incamminiamo per prendere il treno che ci porterà in città.

La stanchezza della giornata lavorativa appena trascorsa e del volo aereo si sciolgono di fronte alla gioia e all’emozione di veder finalmente realizzato un grande desiderio: essere presenti alla beatificazione di Giovanni Paolo II, l’amico, il padre, il consigliere che con il suo esempio e con le sue parole ha saputo portare a tutti Cristo.
Per Joséphine, italiana di origine ma nata e vissuta in Belgio, è la prima volta di tutto, primo incontro con Benedetto XVI, prima messa in piazza San Pietro, prima messa celebrata dal Santo Padre, prima beatificazione, pertanto la sua felicità e curiosità per questo speciale pellegrinaggio è visibilmente tangibile e non può che rendere felice anche me.
Personalmente mi sento molto fortunata per tante ragioni, prima di tutto perché sono nata e vissuta in Italia fino all’età adulta, prima di dover emigrare all’estero, ed ho potuto quindi vivere e crescere la mia fede in un paese che ha il Santo Padre in “cucina”; secondariamente perché ho potuto seguire e vedere Giovanni Paolo II non solo tramite la televisione, ma fisicamente a Roma, nel corso di tanti viaggi, tra cui tre Giornate Mondiali della Gioventù, e anche a Genova, mia città natale, dove ha fatto visita per ben due volte nel 1985 e nel 1990.
E’ vivissimo il ricordo della sua voce, delle sue parole, del suo amore per il Signore, del suo trasporto nel parlarci di Cristo, dei suoi dolci ma fermi consigli a vivere la nostra fede in qualsiasi ambiente e circostanza senza timori, senza lasciarci trascinare dalle mode del mondo. Pertanto essere presenti a questo evento, per me significa principalmente festeggiare un amico caro e unico, che, insieme alla mia famiglia, alla mia parrocchia, ai miei sacerdoti, mi ha aiutato a crescere e a vivere la mia vita spirituale dall’infanzia all’età adulta, che mi ha insegnato ad affidarmi sempre a Cristo per rifiutare la mediocrità, impegnarmi con coraggio, umiltà e perseveranza a migliorare me stessa e la società, per saper collaborare con Cristo all’edificazione della civiltà dell’amore.
Già all’aeroporto si vive questo clima di trepidante attesa alla beatificazione grazie ai tanti posters appesi con le sue foto e frasi più note. Tra questi manifesti ne spicca uno in particolare in cui sono scritte le ultime parole rivolte a noi giovani «Vi ho cercato, adesso siete venuti da me. E per questo vi ringrazio».
Queste parole mi riportano a quel 2 aprile 2005 quando, sconfortata dal pensiero di non averlo più con noi, pensai che non ci poteva lasciare così, e chiesi egoisticamente di dare un ultimo messaggio a noi giovani che lo avevamo seguito tante volte in tanti viaggi e che con la sua dipartita rischiavamo di sentirci orfani di un padre spirituale che ci aveva condotto per mano verso Gesù ed insegnato ad amarlo. Sicuramente tanti altri giovani devono aver pensato la stessa cosa e lui prontamente ci ha esaudito e ci ha dedicato questa frase che è e resterà scolpita nel mio cuore e in quello di tante persone.
Appena giunte nella città eterna entrambe percepiamo il clima di festa sempre più acceso, sempre più trepidante e si ha la forte sensazione che Giovanni Paolo II sia fisicamente presente in mezzo a noi, ci guidi, ci protegga, ci sorrida, festeggi con noi ed insieme a noi la sua beatificazione.
Questa sensazione si accentua l’indomani quando per le vie e le piazze della città incontriamo un numero inestimabile di pellegrini ed ammiriamo la miriade di immagini e frasi del Papa che tappezzano ogni angolo di Roma: in Piazza Santa Maria Maggiore, da Roma Termini a Piazza della Repubblica, da Piazza Venezia a Via del Corso a Piazza del Popolo, da Via Ottaviano a Piazza Risorgimento e Via Cipro.
Mi sembra di rivivere la GMG del 2000 e questa percezione si intensifica appena visitiamo la basilica di Santa Maria Maggiore.
La chiesa è stracolma di gente, per di più francesi accompagnati da diversi vescovi ed arcivescovi che stanno celebrando una Messa di ringraziamento e preparazione alla beatificazione. Ascoltiamo uno stralcio dell’omelia dell’arcivescovo francese da cui traspare una profonda gioia e commozione.
Dato il numero di pellegrini che incontriamo e le oggettive difficoltà negli spostamenti, decidiamo di assistere alla commovente veglia del Circo Massimo tramite la TV sat 2000 in modo da poterci alzare all’alba dell’indomani e tentare così di accedere a piazza San Pietro.
Siamo entrambe abbastanza emozionate tanto da non riuscire a dormire e ad essere già pronte ad alzarci al suono della sveglia previsto per le 4.
Il B&B dove alloggiamo dista 15 minuti a piedi da Piazza Risorgimento, pertanto per le 5 ci incamminiamo con i nostri zaini, l’acqua, le vivande e i seggiolini verso San Pietro.
Il mal tempo che minacciava la giornata di festa non c’è più, la pioggia che ha cessato di scendere pochi minuti prima della veglia al Circo Massimo ha lasciato il posto ad un cielo parzialmente nuvoloso che, nel corso della mattinata, si trasformerà in un azzurro splendente e soleggiato.
Un altro miracolo, un altro dono del cielo, di Giovanni Paolo II, di Maria Santissima, di Gesù Misericordioso che nel giorno della Sua festa, voluta ed istituita da Papa Karol, sembra voglia festeggiare con noi la beatificazione del suo servo fedele, irradiando i suoi raggi d’Amore su tutti noi, regalandoci una giornata indimenticabile anche meteorologicamente.
Mentre costeggiamo le mura vaticane, ci sembra di essere in piena ora di punta dal numero di pellegrini che incontriamo e che a frotte e di buon passo avanzano verso San Pietro.
In piazza Risorgimento e lungo via Porcari, pur essendo solo le 5:20, c’è già una folla considerevole che corre verso via di Porta Castello dove c’è l’entrata a via della Conciliazione. Appena svoltati in via della Traspontina inizia il nostro piccolo pellegrinaggio che ci obbliga a stare in coda per quasi quattro ore, ben pressate dalla gente che ci circonda, con a volte pochissima aria per respirare, spintonate, a tratti separate fino all’entrata in Piazza San Pietro.
Il numero di persone è impressionante, via della Conciliazione è letteralmente un fiume di gente, molta già presente dalla notte, sdraiata su sacchi a pelo e stuoini, che estenuata e sopraffatta dalla stanchezza, riposa.
Uomini, donne, religiose, religiosi, gruppi di qualsiasi provenienza e nazionalità, spingono, sbraitano, si agitano, si lamentano, c’è anche qualche momento di tensione, ma anche tanta gioia alimentata da canti e preghiere.
Ammirevole ed unico è il servizio delle forze dell’ordine, dell’esercito di volontari che, armati di santa pazienza, come angeli custodi, si prodigano per tutti noi.
Lentamente giungiamo ai controlli sotto il colonnato di San Pietro, c’è ancora qualcuno che come San Tommaso pensa di non riuscire ad entrare e non vede che in Piazza c’è ancora posto.
E finalmente dopo un po’ di fatica e stanchezza anche noi alle 9 esatte entriamo in San Pietro!
La Piazza sembra un mare immenso, le persone onde fluttuanti che si lasciano cullare dai canti di lode a Dio, le bandiere, vele spiegate al vento dello Spirito Santo.
la Statua di Gesù risorto sulla facciata della Basilica si erge imponente e trionfante nel cielo azzurro e sembra voler benedire, con il braccio alzato da una parte e la croce dall’altra, tutti noi, così piccoli, così minuscoli, ma pieni di gratitudine per quanto stiamo vivendo.
Subito dopo la recita della coroncina della Divina Misericordia in diverse lingue, puntualmente alle 10 inizia la Santa Messa.
La trepidazione di tutti noi è palpabile fin dalle prime note del canto d’introduzione.
Grida di esultanza si levano al passaggio di Benedetto XVI sulla papa mobile che saluta entusiasta tutti i fedeli.
Un profondo e sentito silenzio fa da eco al Cardinale Vallini quando, subito dopo aver domandato al Santo Padre di procedere alla beatificazione di Giovanni Paolo II, ne legge la biografia.
L’emozione e la commozione salgono a mille fino a trasformarsi in lievi lacrime di felicità quando Benedetto XVI legge la formula di beatificazione. Il nostro Giovanni Paolo II è Beato!
Urla di gaudio, canti, applausi, sventolamento di cappelli e bandiere animano la piazza per un tempo breve ed interminabile al tempo stesso, mentre il drappo bianco si alza e scopre lentamente l’immagine sorridente del nuovo Beato e le sue reliquie vengono collocate davanti ai fedeli da Suor Tobiana, per circa 27 anni a fianco di Giovanni Paolo II e Suor Marie Simon Pierre, la cui guarigione miracolosa ha permesso la beatificazione di Papa Karol.
Siamo tutti li, uniti, festanti, benedicenti il Signore; l’oceano di preghiere di lode che salgono a Dio si può quasi toccare; la Chiesa tutta, in tutto il mondo è unita e giubila in questo circostanza memorabile.
In questo momento così solenne e straordinario due sono le certezze assolute che irrompono: un uomo straordinario come Giovanni Paolo II non è solo Beato ma è già Santo! Qualsiasi grazia chiesta ora in questo momento sarà certamente esaudita da Gesù Misericordioso per intercessione di Giovanni Paolo II e Maria Santissima.
Un ringraziamento sentito e commosso sale a Dio ed il pensiero e una preghiera vola verso tutti coloro che ho incontrato nella mia vita: tutti i miei parenti, amici, conoscenti che non hanno potuto essere presenti fisicamente, ma lo sono spiritualmente nella mia mente e nel mio cuore, festeggiano in contemporanea con me quest’uomo che ha cambiato le nostre vite e come me lodano Dio per avercelo donato.
La funzione riprende silenziosa e composta fino all’omelia di Benedetto XVI. Un’omelia bellissima, commovente, sentita, interrotta più volte da tanti applausi, che comincia con un gioiosa esultanza del Santo Padre stesso: “Ed ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!”

Tre sono le frasi che più mi hanno colpito dell’omelia del Santo Padre dedicata al suo predecessore ed amico: quando ha affermato che Giovanni Paolo II “ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile.”; quando ha poi ricordato la sua testimonianza nella sofferenza dicendo che “il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una “roccia”, come Cristo lo ha voluto” e infine quando si è rivolto direttamente al nuovo Beato dicendo: “Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II  , perché hai creduto! Continua – ti preghiamo – a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio. Tante volte ci hai benedetto in questa Piazza dal Palazzo! Oggi, ti preghiamo: Santo Padre ci benedica! Amen.”
Soprattutto quest’ultima frase di Benedetto XVI mi ha commosso profondamente perché ha mostrato tutta la sua umiltà, umanità e dolcezza, la sua profonda ammirazione, stima, amicizia per Giovanni Paolo II che è e resta anche per lui il “suo Papa” .
La Santa messa prosegue e in breve tempo siamo già al momento della benedizione finale e dell’esecuzione dell’Inno al Beato Giovanni Paolo II, solenne, ma delicato e commovente che racchiude tutta la sua azione pastorale.
Esauste ma raggianti, Joséphine ed io rientriamo al B&B, la giornata trascorre velocissima e in un batter d’occhio ci ritroviamo già al 2 maggio, giorno della partenza. Purtroppo non riusciamo a prendere parte alla messa di ringraziamento presieduta dal Card. Bertone, pena la perdita del volo, ma riusciamo comunque ad ascoltare le parole commosse e commoventi di ringraziamento dell’arcivescovo Stanisław Dziwisz, segretario particolare di Giovanni Paolo II per quarant’anni.
Lasciamo Roma non più immersa in un cielo terso e blu, ma avvolta da tante nuvole che la nascondono e quasi come in un sogno la città sparisce e si dissolve ai nostri occhi, mentre l’aereo prende velocemente quota per riportarci a Bruxelles.
Cosa rimane di questo viaggio? Prima di tutto ad entrambe tanta emozione e commozione.
A Joséphine soprattutto la ripromessa ferrea di ritornare a Roma per la canonizzazione di Giovanni Paolo II.

A me nuova forza e coraggio per affrontare con rinnovato slancio, entusiasmo e vigore la mia vita quotidiana da emigrata, e la consapevolezza che nei momenti di debolezza e difficoltà quando anche il Signore e Maria Santissima mi sembreranno lontani ed irraggiungibili potrò fare affidamento in cielo ad un avvocato ed amico in più, sempre pronto ad ascoltare, intercedere ed elevare le mie preghiere a Dio.

Barbara

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