3 - LA' TUTTI SIAMO NATO

SOLIDARIETA’ CON CHI E’ PICCOLO
Visitare il Caritas Baby Hospital di Betlemme costituisce veramente un’esperienza umana che lascia commossi e con le lacrime agli occhi. Vedere questi bambini palestinesi piccoli e magri, dai grandi occhi, tra le braccia delle infermiere, che li curano con affetto, e le loro madri, con un sorriso di speranza, dà le dimensioni di una carità disinteressata, in puro spirito evangelico.
Ce ne parla suor Lucia Corradini, delle suore elisabettiane di Padova, che spiega la storia dell’ospedale dalla sua fondazione nel 1952 per iniziativa del sacerdote svizzero Ernst Schnydrig. Con i primi venti letti, fino agli ottantadue attuali, è l’unico ospedale per bambini nei territori palestinesi. Ci racconta le difficoltà, dovute soprattutto alla mancanza di un reparto chirurgico, per cui i bambini per essere operati devono essere trasportati negli ospedali israeliani. Ci parla delle malattie dovute alla povertà, la sottonutrizione, le malattie intestinali, l’ipotermia in inverno, le malattie genetiche molto diffuse a causa dei matrimoni tra consanguinei. La suora inoltre spiega che gli aiuti che arrivano da molti paesi, ma l’ospedale rifiuta di accettare sovvenzioni dal governo israeliano o dall’autorità palestinese, per evitare condizionamenti etici o politici. Molto importante è la parte dedicata alle madri, cui vengono impartite le nozioni più importanti per il parto e la cura dei bambini.
GianLuigi C.

... LA VIA DOLOROSA DI TANTI MISERABILI
Ho intrapreso il viaggio con non poche incertezze visto il clima politico che si era creato nei giorni prima della partenza con relative paure per attentati possibili.
Una volta arrivati in Terra Santa e cominciato il nostro circuito, tutte le ansie sono sparite per fare posto alla voglia di scoprire e vedere tutti o alcuni posti che tante volte ho sentito nelle letture degli apostoli e nel Vangelo. E’ stata una esperienza meravigliosa e commovente, potere assistere alla santa Messa lì, nei luoghi dove colui che si è sacrificato e morto per la nostra salvezza, aveva messo i piedi e aveva vissuto. Il punto dove ho sentito una forte emozione con qualcosa che mi saliva dallo stomaco per rimanere in gola con una gran voglia di esplodere in pianto, è stata la "Via Dolorosa" dove Gesù ha portato la sua Croce. E questa emozione è stata viscerale, nonostante tutto il turismo ed il commercio che non lasciava intravedere nulla del percorso che immaginiamo nelle Via Crucis.
Michele P.

Per ben due volte sono andato in Terra Santa. Questo secondo viaggio l’ho vissuto come un vero cammino di fede grazie anche alle guide e a tutta l’organizzazione. A Gerusalemme, sulla Via Dolorosa, la nostra guida propone che la si faccia portando la croce.
Eravamo in molti a volerla portare. Al mio turno, ho sentito i brividi per una cosa: io stavo portando la croce proprio là dove Gesù era stanco e sfinito e il Cireneo fu costretto ad aiutarlo e a portare la croce al suo posto. Mi son chiesto perché, proprio io mi trovavo in quel gesto. Forse il Signore mi sta chiedendo che lo aiuti a portare la sua croce? La risposta me la sono data da solo, spontaneamente: sì, lo debbo aiutare attraverso il mio prossimo.
Camminavo, pregavo, ero emozionato.
“Gesù dammi la forza, mandami il tuo Spirito se vuoi che io porti assieme a te, la tua Croce”.
Nunzio T.

CANA, QUANDO NON C’E’ PIU’ VINO... DIO CI SPOSA.
Grazie ai Missionari italiani ho realizzato il sogno di andare in Terra Santa. Quando percorrevamo quelle strade, mi sembrava di camminare dentro la Bibbia. A Cana, i sacerdoti hanno invitato le coppie nelle prime file, per rinnovare le promesse matrimoniali. Io, essendo vedova da 13 anni, sono rimasta in fondo alla chiesa. Ero immersa nella preghiera ed ho avuto il mio Giuseppe vicino a me più che mai: è stata una emozione indescrivibile.
Ada A.

E’ stato un pellegrinaggio molto emozionante, dal primo all'ultimo giorno.
Uno dei momenti più sentito e bello è stato la celebrazione a Cana, dove le coppie hanno rinnovato le promesse di matrimonio.
Della prima volta che ci siamo promesso fedeltà sono passati 37 anni. In quel momento si fa il bilancio del tempo vissuto in coppia, che non è sempre stato facile perché le difficoltà non sono mancate. A Cana, Gesù è stato invitato ad una festa di matrimonio e fece il miracolo di trasformare l’acqua in vino perché la festa non avesse a finire. Ci siamo promessi ancora fedeltà e amore. Un momento intenso ed emozionante che ha reso solida e ancor più forte la nostra coppia.
Michelina S.

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