AUGURI ITALIA!

Auguri Italiani!


A noi tutti italiane ed italiani, i più grandi auguri per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Ho esposto la bandiera tricolore alla finestra, almeno per oggi. Auguri per continuare ad amare questa terra benedetta, bagnata dal dolce Mediterraneo, scaldata dal bel sole temperato, impreziosita dai moltissimi manufatti artistici. Auguri per non tradire una tradizione di umanesimo che ci rende “speciali” e amati in tutto il mondo. Auguri per conoscere la nostra storia, rispettarla, capirla e per continuarla con responsabilità e protagonismo. Auguri all’Italia che non è tale senza Europa. Perché sia sempre meno “nazione” e sempre più società mischiata, “contaminata” e risultante da molte differenze riuscite in una convivenza rispettosa e variopinta. Auguri per riuscire a guardare il futuro con ottimismo e fiducia, per riuscire a contare sulle molte risorse umane provenienti d’altrove e che, finalmente accolte, fanno più interessante tutta la popolazione che vive disseminata nelle 20 regioni amministrative. Auguri perché le molte Italie nel mondo comprendano le loro diverse storie di vita cresciute fuori dallo “stivale” e, finalmente accolte, siano capaci di contribuire con passione al momento attuale un po’ ingrigito e litigioso.

Nota locale da riscoprire a Bruxelles:

Un personaggio che contribuì all’unità d’Italia, pagando di persona con l’esilio fu Carlo Armellini (Roma, 1777 – Saint-Josse-ten-Noode, 1863) è stato un giurista e politico italiano.
Seguì una carriera legale e, di idee moderate, sostenne la politica innovatrice di Papa Pio IX.
Fu tra i collaboratori del settimanale politico Il contemporaneo.
Nel 1848 fu eletto deputato. Dopo l'assassinio di Pellegrino Rossi e la fuga del Papa si spostò su posizioni più radicali e, dopo la nascita della Repubblica Romana, il 23 dicembre 1848 fu nominato ministro dell'interno.
Il 29 marzo 1849 divenne membro del triumvirato della Repubblica Romana insieme a Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi. Con Aurelio Saliceti curò la stesura della costituzione della Repubblica.
Dopo la caduta del nuovo Stato ad opera dei francesi, si rifugiò in Belgio, dove morì.
Si legge solo questo da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Ma non sarebbe male che chi ne sa di più, lo faccia conoscere. Vicinissimo alla piazza St-Josse c’è questa lapide, murata sulla parete della casa dove visse, che lo ricorda. Nella cupola della Galleria di Milano dedicata al primo re d'Italia Vittorio Emanuele II è stato messo questa decorazione luminosa: bella!

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