GIORNI DEI MORTI. NO, ANZI, SONO VIVI

Giorni speciali, questi. Inducono alla calma, alla riflesisone: sono i giorni dei defunti, anzi dei VIVI e dei SANTI.
Giornata di visite ai cimiteri. Ce ne sono molti qui a Bruxelles e sono imponenti. I colori dell’autunno, poi, creano atmosfere intime che aiutano a pensare a coloro che sono “partiti” verso l’orizzonte che i credenti chiamano Dio. Foglie dorate e rosso fuoco, cadono lasciando un tappeto multi tinto che ci porta un po’ di nostalgia.
Qui a Bruxelles, in ogni chiesa c'è stato il ricordo dei defunti. Abbiamo letto i nomi dei nostri cari. Si è acceso un lumino  e lo si è posto a bruciare nello spazio grande della chiesa e la sua luce è salita insieme alla preghiera che ognuno ha voluto esprimere in silenzio o nel canto.

Anzi, il ricordo dei propri cari defunti lo si fa in un giorno festivo, di non lavoro, quando i cristiani si ritrovano per la festa di “TUTTIISANTI”.
Già, chi sono costoro? I santi? Ci dicono che dobbiamo diventare “santi”.
Ho letto alcuni spunti di quanto ha detto Angelo Bagnasco, il cardinale presidente dei vescovi italiani nonché vescovo di Genova: ne riporto alcune linee.
"La santità è lasciar emergere in noi la bellezza di Gesù, quella bellezza che ci è stata donata nel Battesimo e che è affidata alla nostra libertà, una bellezza fatta di gesti, parole, sentimenti". "La santità è un dono, una grazia da chiedere umilmente, ma anche una responsabilità che esige un lavoro serio e quotidiano, rinunce e scelte anche dolorose, amore e obbedienza soprattutto quando non si capisce dove il buon Dio ci porta".
"Il mondo di oggi ha ancora bisogno di santità perché è vecchio, non si vuol bene ed ha perso la bussola". "Non parlo del popolo nel suo complesso, della gente che vive con dignità e impegno i doveri quotidiani, che vive la fede e l'amore alla Chiesa senza far chiasso, ma di quel modo di pensare che ogni giorno alza la voce per farsi sentire e, ancor più, per imporre se stesso, i propri punti di vista. Quel modo che, arrogante in modo scomposto o in modo tacito, vuole condizionare le menti e far credere che quel modo di pensare e di vivere è già di tutti". La santità, infatti, "va contro corrente, parla fuori dal coro, è giudizio e richiamo alla salvezza". In tal senso, i santi "sono la prova che è possibile un mondo diverso, non importa se questo è distratto e superficiale, se rincorre illusioni e bugie" perché "Gesù insegna che il seme va gettato" e che "Dio è sempre all'opera con i suoi tempi".

Ma il mondo è ancora interessato ai Santi? I santi sono ancora in grado di suscitare stupore, fascino e decisioni?
"Non possiamo dire che i Santi facciano notizia - ha affermato l'arcivescovo di Genova – ma certamente fanno bene a chi li conosce. Le folle di adulti e giovani che visitano i molti Santuari della nostra Italia e che sono dedicati alla Santa Vergine e agli altri Santi della storia cristiana, sono una testimonianza commovente. Il buon esempio ha sempre presa, esercita sempre un suo fascino benefico, è sentito come un richiamo contagioso, conferma una segreta nostalgia di Cielo, dice che è possibile vivere limpidi anche in mezzo a paludi di qualunque genere". "Quanto più i criteri e i costumi di una cultura si imbarbariscono - ha sottolineato il card. Bagnasco - tanto più l’anima reagisce, sogna, e cerca modi diversi di pensare e di vivere, modi luminosi e alti che esprimono la vera umanità dell’uomo. Ecco perché i Santi non andranno mai fuori moda: alcuni li potranno deridere credendosi emancipati e moderni senza rendersi conto di essere invece lontani dalla realtà, ma i Santi resteranno sempre attuali".

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