UNTI PER LA GUARIGIONE

Lina, Giuseppe, Angela, Salvatore ... per questa santa Unzione ti aiuti il Signore e liberandoti, ti salvi e ti sollevi...
Per 21 volte, domenica 24 ottobre, sono risuonate queste parole nello spazio immenso della chiesa di sainte Alène in Avenue des villas 51 in quel di Saint Gilles. Gli archi delle pareti del presbiterio sembravano avvolgere e dare movimento al mistero di una presenza che incontrava la debolezza delle persone anziane e ammalate che avevano chiesto di ricevere il sacramento dell’unzione santa.

Il soffitto della chiesa porta in rilevo le parole dorate del simbolo degli apostoli, il “credo”. E’ il testo latino che si canta nei grandi raduni internazionali di preghiera: 150 persone partecipavano alla liturgia dell’eucaristia e della santa unzione.
Così la comunità italiana e la parrocchia di sainte Alène hanno vissuto l’appuntamento annuale che vede riuniti quanti, nell’Unità pastorale di St-Gilles, hanno chiesto il sacramento della consolazione. In effetti, si tratta proprio di fermarsi e chinarsi sulle persone deboli e ammalate, che frequentemente ricevono la visita di alcuni volontari formati e ben disposti, che portano loro il conforto di una comunità che si fa loro attenta attraverso la preghiera, la comunione e la visita amichevole come ci consigliano le “opere di misericordia”.
François Vermeylen, l’anziano diacono che anima e sostiene il gruppo dei visitatori degli ammalati e di quanti sono ospiti nelle numerose home, Thierry Moser, giovane prete dell’unità pastorale e don Domenico, missionario della comunità italiana hanno celebrato insieme questo appuntamento con il Signore.

Per la comunità italiana era una prima volta e, grazie alla richiesta dell’Unità pastorale, abbiamo dato un nuovo impulso per ricercare e farci vicini alle persone italiane sole, sofferenti e ospiti nei ricoveri per anziani. Qualcuno ha seguito una formazione e assicura la visita agli ammalati, rendendo questo servizio, comunitario e parte del progetto pastorale.
Il gruppo di animazione liturgica, con l’accompagnamento della chitarra di Giuseppe, ha assicurato i canti in due lingue e tutto si è svolto con ritmo e buona partecipazione.

L’imposizione delle mani sulla testa di ogni persona in difficoltà per la malattia, la vecchiaia, la disabilità ha trasmesso il dono dello Spirito: spontaneamente qualcuno si è aggiunto sentendone il bisogno intimo di riceverlo. Poi l’unzione della fronte e delle mani per ricevere il sollievo e rendere forte la fiducia nel Signore.
Abbiamo pregato, abbiamo cantato al Signore, abbiamo ricevuto il suo corpo nella Messa, abbiamo aperto il cuore ai missionari che nel mondo portano la parola di Dio perché era l’attenzione richiamata in tutte le chiese cattoliche del mondo in questa domenica missionaria. I “padrini” che avevano ricevuto il sacramento dell’unzione l’anno precedente hanno trasmesso proprio questo augurio ai nuovi “unti”: “possiate essere testimoni di serenità e di fiducia piena nel Signore, che solleva chi è caduto ed è vicino ai poveri e a chi è piegato dalla sofferenza. Il nostro Dio è un Dio che guarisce il cuore ferito: questo è il vostro mandato nella Chiesa! Non fateci mancare la vostra presenza ed il dono della vostra debolezza che si fa preghiera”.

Una rosa donata ad ognuno, insieme all’antica benedizione di Sedelius Caelius, composta nel V° secolo, hanno dato il saluto finale a tutti i partecipanti. E’ stata una bella celebrazione. Grazie!

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