DES HOMMES ET DES DIEUX

Un bellissimo film da vedere assolutamente

« Des hommes et des Dieux” è un film assolutamente da non perdere. Si basa su di un fatto reale, il rapimento e l’uccisione, nel 1996, di sette monaci trappisti di un monastero di Tibhirine nell’Atlas algerino. Si tratta del priore Christian, dei frati Christophe, Michel, Bruno, Célestin, Paul, oltre al frate medico Luc rapiti nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, da un gruppo di terroristi, uccisi il 21 maggio dello stesso anno, dopo inutili trattative. Solo le loro teste sono state ritrovate, non i loro corpi, il che alimenta i dubbi sugli assassini, per l’impossibilità di risalire alle cause effettive della morte. . E’ stato davvero il gruppo armato della GIA algerina, oppure è opera dei servizi segreti algerini infiltrati tra i terroristi, per fare ricadere la colpa su di loro e screditarli, oppure un tragico errore dell’esercito che li avrebbe uccisi per sbaglio durante un’operazione antiterrorista ? Le varie inchieste al riguardo sono tuttora arenate.
Questa è la cronaca dei fatti. Ma il film, diretto da Xavier Beauvois, non si limita a raccontare gli avvenimenti, senza peraltro pronunciarsi sugli autori del massacro. Il vero nucleo centrale del film è il dibattito che si svolge nella coscienza di ognuno dei frati e tra di loro, sulla opportunità o meno di restare nello sperduto villaggio tra i monti per continuare ad aiutare quella popolazione e per adempiere a quella che è ritenuta la missione cui si sono consacrati per la vita, oppure mettersi in salvo, o almeno chiedere la protezione dell’esercito ?
Il film è essenzialmente qui: i dubbi, le incertezze, i ripensamenti fino alla decisione finale, unanime, di restare e andare incontro alla morte. Interpretato benissimo, in modo intenso e aderente all’umanità dei personaggi, da attori come Lambert Wilson (Christian) e Michael Lonsdale (Luc), il film ha vinto meritatamente il Gran Premio del Festival di Cannes 2010.
Ma non sono solo gli attori a rendere unico questo film: i paesaggi algerini, brulli e color ocra, la musica (“Il lago dei cigni” di Ciaikovski suonato durante l’ultimo pasto, consumato insieme a un simbolico bicchiere di vino), i canti solenni del gruppo dei monaci, la folla degli abitanti del villaggio nei loro vestiti colorati e nel loro paziente aspettare il loro turno per ricevere le cure mediche di Frate Luc, la brutalità dei terroristi, che massacrano anche un gruppo di lavoratori stranieri, le ambiguità dei comandanti dell’esercito. Tutto questo costituisce un insieme molto ben fuso, che fa trascorrere le due ore di durata del film con una partecipazione commossa e attenta.
In sostanza, un film da raccomandare, che si distingue dai soliti film spettacolari, di avventura o sentimentali, cui siamo abituati, per raccontare senza enfasi una testimonianza di fede e di amore, senza peraltro essere noiosamente didascalico, con un’alta qualità cinematografica nella forma e nella regia.
(GL Comini)

Post popolari in questo blog

La chiesa di Sainte-Alix

Il nuovo arcivescovo di Malines-Bruxelles

Un nuovo inizio