PRENDERE LA RINCORSA

Per superare muri visibili e invisibili, in Europa e nel mondo

Giovedì 9 novembre 1989: una data storica per la Germania, che ha visto finalmente iniziare il processo di riunificazione con la caduta del muro di Berlino. La fine della divisione delle due Germanie, sancita dalla distruzione del muro, era stata preceduta da manifestazioni pacifiche e incruente in Germania Est, in particolare dalle cosiddette "manifestazioni del lunedì" e dalle "preghiere del lunedì", organizzate dalla Chiesa evangelica. Tra le commemorazioni della caduta del muro, nella Gethsemanekirche, la Chiesa del Getsemani, è stato celebrato un rito ecumenico, officiato da mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca e dal vescovo evangelico Wolfgang Huber, con l'arcivescovo di Berlino card. Georg Sterzinsky e rappresentanti dell'Arbeitsgemeinschaft Christlicher Kirchen (Ack - Comunità di lavoro delle Chiese cristiane). Erano presenti, tra gli altri, anche il presidente della repubblica federale Horst Köhler, la cancelliera Angela Merkel. Ecco alcuni pensieri tratti dall'omelia di mons. Zollitsch.

"Siamo ancora mossi da riconoscenza e da lieto stupore per questo evento. Ciò che fino a poco prima sembrava impensabile diveniva realtà. Chi vuole superare i muri, deve prendere la rincorsa e accumulare energia. Per molti, questa energia venne dalla preghiera. Le preghiere del lunedì diedero a molti - anche persone lontane dalla chiesa e non battezzate - la forza e il coraggio per le manifestazioni del lunedì. Metaforicamente, con ogni preghiera venne tolta una pietra dal muro".

"Con la riunificazione venne riunito anche ciò che non era immediatamente compatibile: un Paese occidentale che sembrava bastare a se stesso e un Paese dell'est, con un'economia sottosviluppata e i cui cittadini erano stati danneggiati dalla vecchia ideologia. I tedeschi dell'est non si erano cercati una vita chiusa da un muro e dal filo spinato. […] La gente dovette adattarsi per condurre un'esistenza dignitosa in una situazione di mancanza di libertà. Anche in uno Stato caratterizzato dall'ingiustizia fu possibile vivere una vita normale, anche se l'assenza di libertà comportava compromessi e dolorose limitazioni".

"Proprio le Chiese, che si interessavano concretamente delle persone tramite la pastorale e il lavoro nelle parrocchie, sapevano dei conflitti di coscienza e dei problemi quotidiani di molte persone in Germania est. Non dimentichiamolo: alla fin fine, fu la richiesta di libertà delle masse a porre fine alla Ddr, come dimostrarono le grandi manifestazioni dell'ottobre 1989. La vita di libertà, i cittadini dell'est l'hanno conquistata da soli, pur con il contributo decisivo delle situazioni politiche propizie e della voglia di libertà dei popoli dell'Europa dell'est. In questo contesto, ebbe grande effetto l'impegno di Papa Giovanni Paolo II che dall'inizio del suo pontificato si adoperò instancabilmente per una "svolta indotta dalla verità". Ricordiamo che l'unità ha molti padri e molte madri. Sono persone che, allora come oggi, non erano sotto i riflettori dell'opinione pubblica e che tuttavia, ciascuno a suo modo, hanno contribuito alla caduta del muro".

"La libertà e l'unità donate a noi tedeschi ci esortano ad una solidarietà continua verso persone e popoli costretti a vivere senza libertà. Dalla caduta del muro deriva anche il compito di contribuire ad un'Europa che serva alla comprensione tra popoli e Stati. Il ricordo del 9 novembre 1989 e la commemorazione dei terribili eventi della notte del pogrom del 9 novembre 1938 ci insegnano in modo inequivocabile che i muri - siano essi reali o nelle menti e nei cuori delle persone – non risolvono problemi, al contrario li creano. Compromettono il futuro. I potenziali costruttori di muri sono dappertutto, anche oggi. Non devono avere la possibilità di imporsi, né nella società, né nelle Chiese. Siamo chiamati tutti, sia nell'est che nell'ovest, di continuare a costruire ponti che ci uniscano, con pazienza e costanza".
(agensir)

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