CIAO DON GIANANGELO
Il giono 15 luglio 2010 alle 18,45 è deceduto all’ospedale di Genk don GIANANGELO GUALDI missionario italiano a Genk
Don Gianangelo nacque a Fiorano al Serio (BERGAMO), il 29 aprile 1950. Completati gli studi nel Seminario, fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1974, a Bergamo.
Intenso il suo inserimento anche nella problematica sociale della comunità italiana: la missione diventava sovente motore e punto di incontro e di collaborazione tra le diverse istanze e associazioni che lavoravano per il bene socio-culturale della comunità, andando al di là degli steccati che a volte le proprie appartenenze rischiano di creare.
Per lui era importante la trasmissione e la ricchezza della cultura italiana che passa anche attraverso l’apprendimento della lingua materna; da qui il suo impegno e la collaborazione nell’organizzazione dei corsi di lingua e cultura italiana e le colonie estive. Questo interesse alla lingua non era mosso da sentimenti di separazione o contrasto, ma dal desiderio di custodire e incoraggiare la ricchezza della diversità nella relazione tra Italiani e Belgi.
Una cosa che gli stava profondamente a cuore era la Scuola Materna... l’asilo di Maasmechelen: era una realtà di cui andava fiero anche se gli domandava un ulteriore dispendio di energie
Non ha mai trascurato la vicinanza e l’accompagnamanto delle famiglie colpite dal lutto o dalla malattia e la vicinanza alle persone sole o anziane. La sua azione pastorale e la sua prossimità umana resteranno nel cuore delle persone che l’hanno incontrato.
I suoi confratelli missionari italiani in Belgio esprimono gratitudine e amicizia elevando per lui la preghiera al Padrone della messe perché dia a questo caro fratello il premio per una vita spesa al Suo servizio nelle comunità dove ha speso il suo servizio pastorale.
Le esequie si sono svolte DOMENICA 18 luglio 2010, alle ore 16 nella cappella della Missione italiana di Waterschei (Riistraat,3). Una messa di suffragio sarà celebrata nella chiesa parrocchiale di Fiorano (Bergamo) venerdì 23 luglio 2010 alle ore 15.00
Questo l'annuncio del Vescovo di Bergamo pubblicato sul quotidiano diocesano "L'Eco di Bergamo".
Il Vescovo di Bergamo, Mons. FRANCESCO BESCHI, il Vescovo Mons. LINO BELOTTI, il Vicario Generale Mons. DAVIDE PELUCCHI, con tutto il Presbiterio diocesano annunciano
che è tornato alla Casa del Padre il Rev. Don GIANANGELO GUALDI
Una malattia grave e repentina ha sottratto alla comunità dei migranti italiani in Belgio il suo prezioso e appassionato servizio pastorale. Dopo aver svolto per qualche anno ad Ardesio il proprio ministero sacerdotale, don Gianangelo era partito per il Belgio per assicurare, agli italiani là emigrati per motivi di lavoro, la cura pastorale e l’accompagnamento spirituale. Nutrito da un forte spirito missionario ha voluto essere concretamente vicino alle persone, laddove esse vivono, perché davvero la missione potesse essere “parrocchia”, casa tra le case e al tempo stesso una casa alla quale tutti potessero fare riferimento per trovare accoglienza fraterna ed incontrare quindi, nella celebrazione dei Sacramenti e nell’annuncio della Parola, il Signore Risorto. A quel Padre Misericordioso, che nella vita ha annunciato con le parole e le opere, la comunità cristiana lo affida con serena fiducia. Bergamo, 17 luglio 2010
L'Eco di Bergamo riportava, sempre sabato 17 luglio 2010, un articolo a firma di Giambattista Gherardi
È morto don Gualdi prete degli emigranti Nativo di Fiorano, dal 1977 in missione in Belgio. Colpito da un male incurabile, aveva 60 anni
Fiorano. Un impegno di oltre 30 anni per gli emigranti, vicino alle famiglie nella fede e nelle difficoltà del quotidiano. Si può condensare in queste poche parole la figura di don Gianangelo Gualdi, missionario nativo di Fiorano al Serio morto giovedì, all'età di 60 anni, all'ospedale di Genk, in Belgio, dove operava come cappellano degli emigranti. Don Gualdi è morto per un male incurabile, rivelatosi solo da poche settimane.
Ordinato sacerdote a Bergamo nel 1974 per tre anni era stato coadiutore nella parrocchia di Ardesio. Nel settembre del 1977 fu inviato in Belgio per rinforzare l'azione pastorale inizialmente nella missione di Waterschei e successivamente a Maasmechelen, prendendosi poi cura dell'intera comunità italiana residente nel Limburgo. In questi anni ha insegnato per alcuni anni (fino alla chiusura della sezione italiana) nella scuola europea di Mol. Per molti anni ha fatto parte del Comites del Limburgo e per alcuni anche del Comitato generale degli Italiani all'estero.
«La notizia della morte – sottolinea monsignor Giovanni Battista Bettoni, originario di Vigolo e delegato per i missionari del Benelux e di Francia – ha destato profonda commozione nelle comunità che hanno conosciuto e stimato don Gianangelo. La sua attività pastorale non si fermava alle sole celebrazioni che erano molte, in luoghi diversi e distanti, proprio per rispondere a ogni situazione. Non ha mai trascurato la vicinanza e l'accompagnamento delle famiglie colpite dal lutto o dalla malattia e la vicinanza alle persone sole o anziane. La sua azione pastorale e la sua prossimità umana resteranno nel cuore delle persone che l'hanno incontrato. Grazie a lui la missione diventava sovente motore e punto di incontro e di collaborazione tra le diverse istanze e associazioni che lavoravano per il bene socioculturale della comunità, andando al di là degli steccati che a volte le proprie appartenenze rischiano di creare. Organizzava corsi di lingua e cultura italiana e colonie estive. Questo interesse per la lingua non era mosso da sentimenti di separazione o contrasto, ma dal desiderio di custodire e incoraggiare la ricchezza della diversità nella relazione tra italiani e belgi».
Don Gualdi aveva particolarmente a cuore la scuola materna di Maasmechelen: era una realtà di cui andava fiero anche se richiedeva un ulteriore dispendio di energie. Tornava saltuariamente a Fiorano al Serio, suo paese natale, dove vivono un cognato e due nipoti: in pochi anni erano mancati i genitori, la sorella Mariagrazia e il fratello Gianaugusto, che aveva vissuto per qualche tempo con don Gianangelo in Belgio.
A Fiorano erano 11 i sacerdoti nativi ancora viventi, tre dei quali nati nel 1950: oltre a don Gianangelo, anche don Fiorenzo Rossi, oggi parroco di Sovere, e don Costante Gualdi, che opera in Brasile nella diocesi di Grajaù, nello stato di Maranhao.
Don Rossi aveva fatto visita a don Gianangelo poche settimane fa, nel corso di un viaggio cui aveva partecipato anche il vicario generale della diocesi monsignor Davide Pelucchi.
«La sua vocazione – ricorda don Fiorenzo commosso – è maturata in maniera semplice nella comunità di Fiorano, allora guidata dal parroco don Santo Bettoni. Entrato in seminario fin dalla quinta elementare, ha mantenuto vivo un legame con il paese e partecipato alle attività parrocchiali e oratoriane: era stato anche autore di opere teatrali. La breve esperienza ad Ardesio aveva lasciato un ricordo particolare nel suo cuore al punto che ogni qual volta aveva l'occasione di tornare in Italia non mancava di fare un giretto in alta valle. Era una persona schietta e sincera, ricca di attenzione e sincera vicinanza per le persone che incontrava nella sua missione. Di lui resta il ricordo di un prete estremamente semplice, che era animato da una profonda sensibilità».
* nella 1a foto don Gianangelo (secondo da destra) a cena con alcuni confratelli per lo scambio degli auguri allo scorso Natale.
** nella 2a foto, don Gianangelo (il primo a sinistra) al suo compleanno il 29 aprile 2009

Dopo tre anni (74-77) trascorsi come coadiutore nella parrocchia di Ardesio (Bergamo) nel mese di settembre del 1977 veniva in Belgio per “rinforzare” l’azione pastorale: inizialmente nella missione di Waterschei, poi anche a Maasmechelen, infine per prendersi cura dell’intera comunità italiana residente nel Limburgo. Questo suo servizio é stato continuo ... per 33 anni!
Durante questo periodo ha insegano per alcuni anni, fino alla chiusura della sezione italiana, nella scuola europea di Mol. Per molti anni ha fatto parte del Comites del Limburgo e per alcuni anche del Comitato Generale degli Italiani all’Estero.
Non c’è molto bisogno di parlare di quanto ha fatto per la comunità italiana ... l’affetto e la stima che lo ha circondato dopo la notizia della malattia ne é stata testimonianza.
La sua attività pastorale non si fermava alle sole celebrazioni, che erano molte, in luoghi diversi e distanti, proprio per rispondere ad ogni situazione personale dei richiedenti, ma si esprimeva particolarmente in una vicinanza alle situazioni quotidiane di ognuno, singolo o famiglia, specie per chi stava passando un momento di difficoltà particolare.Intenso il suo inserimento anche nella problematica sociale della comunità italiana: la missione diventava sovente motore e punto di incontro e di collaborazione tra le diverse istanze e associazioni che lavoravano per il bene socio-culturale della comunità, andando al di là degli steccati che a volte le proprie appartenenze rischiano di creare.
Per lui era importante la trasmissione e la ricchezza della cultura italiana che passa anche attraverso l’apprendimento della lingua materna; da qui il suo impegno e la collaborazione nell’organizzazione dei corsi di lingua e cultura italiana e le colonie estive. Questo interesse alla lingua non era mosso da sentimenti di separazione o contrasto, ma dal desiderio di custodire e incoraggiare la ricchezza della diversità nella relazione tra Italiani e Belgi.
Una cosa che gli stava profondamente a cuore era la Scuola Materna... l’asilo di Maasmechelen: era una realtà di cui andava fiero anche se gli domandava un ulteriore dispendio di energie
Non ha mai trascurato la vicinanza e l’accompagnamanto delle famiglie colpite dal lutto o dalla malattia e la vicinanza alle persone sole o anziane. La sua azione pastorale e la sua prossimità umana resteranno nel cuore delle persone che l’hanno incontrato.
I suoi confratelli missionari italiani in Belgio esprimono gratitudine e amicizia elevando per lui la preghiera al Padrone della messe perché dia a questo caro fratello il premio per una vita spesa al Suo servizio nelle comunità dove ha speso il suo servizio pastorale.
Le esequie si sono svolte DOMENICA 18 luglio 2010, alle ore 16 nella cappella della Missione italiana di Waterschei (Riistraat,3). Una messa di suffragio sarà celebrata nella chiesa parrocchiale di Fiorano (Bergamo) venerdì 23 luglio 2010 alle ore 15.00
Questo l'annuncio del Vescovo di Bergamo pubblicato sul quotidiano diocesano "L'Eco di Bergamo".
Il Vescovo di Bergamo, Mons. FRANCESCO BESCHI, il Vescovo Mons. LINO BELOTTI, il Vicario Generale Mons. DAVIDE PELUCCHI, con tutto il Presbiterio diocesano annunciano
che è tornato alla Casa del Padre il Rev. Don GIANANGELO GUALDI
Una malattia grave e repentina ha sottratto alla comunità dei migranti italiani in Belgio il suo prezioso e appassionato servizio pastorale. Dopo aver svolto per qualche anno ad Ardesio il proprio ministero sacerdotale, don Gianangelo era partito per il Belgio per assicurare, agli italiani là emigrati per motivi di lavoro, la cura pastorale e l’accompagnamento spirituale. Nutrito da un forte spirito missionario ha voluto essere concretamente vicino alle persone, laddove esse vivono, perché davvero la missione potesse essere “parrocchia”, casa tra le case e al tempo stesso una casa alla quale tutti potessero fare riferimento per trovare accoglienza fraterna ed incontrare quindi, nella celebrazione dei Sacramenti e nell’annuncio della Parola, il Signore Risorto. A quel Padre Misericordioso, che nella vita ha annunciato con le parole e le opere, la comunità cristiana lo affida con serena fiducia. Bergamo, 17 luglio 2010
L'Eco di Bergamo riportava, sempre sabato 17 luglio 2010, un articolo a firma di Giambattista Gherardi
È morto don Gualdi prete degli emigranti Nativo di Fiorano, dal 1977 in missione in Belgio. Colpito da un male incurabile, aveva 60 anni
Fiorano. Un impegno di oltre 30 anni per gli emigranti, vicino alle famiglie nella fede e nelle difficoltà del quotidiano. Si può condensare in queste poche parole la figura di don Gianangelo Gualdi, missionario nativo di Fiorano al Serio morto giovedì, all'età di 60 anni, all'ospedale di Genk, in Belgio, dove operava come cappellano degli emigranti. Don Gualdi è morto per un male incurabile, rivelatosi solo da poche settimane.
Ordinato sacerdote a Bergamo nel 1974 per tre anni era stato coadiutore nella parrocchia di Ardesio. Nel settembre del 1977 fu inviato in Belgio per rinforzare l'azione pastorale inizialmente nella missione di Waterschei e successivamente a Maasmechelen, prendendosi poi cura dell'intera comunità italiana residente nel Limburgo. In questi anni ha insegnato per alcuni anni (fino alla chiusura della sezione italiana) nella scuola europea di Mol. Per molti anni ha fatto parte del Comites del Limburgo e per alcuni anche del Comitato generale degli Italiani all'estero.
«La notizia della morte – sottolinea monsignor Giovanni Battista Bettoni, originario di Vigolo e delegato per i missionari del Benelux e di Francia – ha destato profonda commozione nelle comunità che hanno conosciuto e stimato don Gianangelo. La sua attività pastorale non si fermava alle sole celebrazioni che erano molte, in luoghi diversi e distanti, proprio per rispondere a ogni situazione. Non ha mai trascurato la vicinanza e l'accompagnamento delle famiglie colpite dal lutto o dalla malattia e la vicinanza alle persone sole o anziane. La sua azione pastorale e la sua prossimità umana resteranno nel cuore delle persone che l'hanno incontrato. Grazie a lui la missione diventava sovente motore e punto di incontro e di collaborazione tra le diverse istanze e associazioni che lavoravano per il bene socioculturale della comunità, andando al di là degli steccati che a volte le proprie appartenenze rischiano di creare. Organizzava corsi di lingua e cultura italiana e colonie estive. Questo interesse per la lingua non era mosso da sentimenti di separazione o contrasto, ma dal desiderio di custodire e incoraggiare la ricchezza della diversità nella relazione tra italiani e belgi».
Don Gualdi aveva particolarmente a cuore la scuola materna di Maasmechelen: era una realtà di cui andava fiero anche se richiedeva un ulteriore dispendio di energie. Tornava saltuariamente a Fiorano al Serio, suo paese natale, dove vivono un cognato e due nipoti: in pochi anni erano mancati i genitori, la sorella Mariagrazia e il fratello Gianaugusto, che aveva vissuto per qualche tempo con don Gianangelo in Belgio.
A Fiorano erano 11 i sacerdoti nativi ancora viventi, tre dei quali nati nel 1950: oltre a don Gianangelo, anche don Fiorenzo Rossi, oggi parroco di Sovere, e don Costante Gualdi, che opera in Brasile nella diocesi di Grajaù, nello stato di Maranhao.
Don Rossi aveva fatto visita a don Gianangelo poche settimane fa, nel corso di un viaggio cui aveva partecipato anche il vicario generale della diocesi monsignor Davide Pelucchi.
«La sua vocazione – ricorda don Fiorenzo commosso – è maturata in maniera semplice nella comunità di Fiorano, allora guidata dal parroco don Santo Bettoni. Entrato in seminario fin dalla quinta elementare, ha mantenuto vivo un legame con il paese e partecipato alle attività parrocchiali e oratoriane: era stato anche autore di opere teatrali. La breve esperienza ad Ardesio aveva lasciato un ricordo particolare nel suo cuore al punto che ogni qual volta aveva l'occasione di tornare in Italia non mancava di fare un giretto in alta valle. Era una persona schietta e sincera, ricca di attenzione e sincera vicinanza per le persone che incontrava nella sua missione. Di lui resta il ricordo di un prete estremamente semplice, che era animato da una profonda sensibilità».
* nella 1a foto don Gianangelo (secondo da destra) a cena con alcuni confratelli per lo scambio degli auguri allo scorso Natale.
** nella 2a foto, don Gianangelo (il primo a sinistra) al suo compleanno il 29 aprile 2009