INTERNET E COSCIENZE

La Chiesa e la rete. A Roma l'assemblea della Commissione episcopale europea
 Di questo per quattro giorni più di 100 delegati, tra vescovi-presidenti delle Commissioni episcopali per i media, addetti stampa e portavoce, delle Conferenze episcopali d’Europa hanno parlato, incontrandosi dal 12 al 15 novembre in Vaticano per l’Assemblea plenaria della Ceem, la Commissione specializzata per i media del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa.


"I nostri siti Internet devono essere in grado di risvegliare le coscienze" e "la nostra evangelizzazione in rete deve essere come la croce: orizzontale per estensione e verticale per profondità e qualità": così mons. Jean-Michel di Falco Léandri, vescovo di Cap e d'Embrun e presidente del Consiglio per la comunicazione della Conferenza episcopale francese, sintetizza a Giovanna Pasqualin Traversa per SIR Europa, l'auspicabile rapporto tra Internet e missione della Chiesa che sarà al centro della Assemblea plenaria della Commissione episcopale europea per i media (Ceem). L'incontro, su "La cultura di internet e la comunicazione della Chiesa", è promosso dalla Ceem, commissione specializzata del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee) che, guidata da mons. di Falco Léandri, segue lo sviluppo dei media e delle comunicazioni ecclesiali, favorisce il lavoro delle Conferenze episcopali in questo campo e elabora su incarico del Ccee scelte di politica mediatica.

Grammatica e linguaggi nuovi. "I tre avvenimenti che lo scorso inverno hanno creato scompiglio nella Chiesa e nell'universo di Internet - per usare la definizione dei media: l'affaire Williamson, l'affaire della scomunica di Recife e l'affaire del preservativo", hanno rivelato, sottolinea mons. di Falco Léandri, "la forza e la debolezza della comunicazione della Chiesa nel contesto della trionfante cultura di Internet". "Non illudiamoci e non facciamo gli struzzi - esorta il presidente Ceem -. Internet si trasforma, trasforma la nostra società e non può che trasformare la Chiesa e il nostro modo di essere e operare". "La cultura digitale - osserva il presule - ha una propria grammatica e una lingua in costante evoluzione. Se la nostra generazione ha la tendenza a considerare come superficiale tutto ciò che è breve, istantaneo, portato dall'emozione" occorre ricordare che "la Chiesa non ha affidato la verità solo a voluminosi trattati di teologia", ma "ha saputo esprimere la fede in modo sintetico e incisivo e ha suscitato emozioni attraverso le icone, i mosaici, gli affreschi delle nostre chiese. Una capacità e una creatività da adeguare al nostro tempo".

Il "di più" dei cattolici. "Viviamo in un mondo pluralista - afferma ancora il presidente Ceem - nel quale grazie a Internet molti possono avere accesso a tutto e proporre il proprio punto di vista su tutto. La Chiesa non può non tenerne conto"; per questo "non può comunicare come se non esistessero altre concezioni e interpretazioni del mondo. Nel proclamare la Parola essa deve anche porsi all'ascolto della vita del mondo di cui Internet è una formidabile eco". Secondo mons. di Falco Lèandri, nel messaggio per la 44ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (23 maggio 2010), il Papa "sottolinea l'urgenza di un'evangelizzazione attraverso il mondo digitale e del mondo digitale. Occorre pertanto che i sacerdoti si circondino di laici competenti per la creazione e la gestione dei siti cattolici, parrocchiali e non". "Nella giungla delle offerte gratuite e delle possibilità mediatiche, i cristiani devono apparire con un 'di più' che non è un gadget, bensì il lievito assolutamente indispensabile per far lievitare la pasta, la lampada nella casa, il faro nella notte del mondo e delle nostre vite".

Risvegliare le coscienze. "La Chiesa - avverte mons. di Falco Lèandri - non può toccare tutti allo stesso tempo, con gli stessi contenuti, sugli stessi media, né può proporre un discorso monolitico. Le vie sono diverse, il mondo è segmentato; per questo deve diversificare la propria offerta. Chi si vuole raggiungere, dove, perché e per fare che cosa: prima di creare un sito occorre riflettere su tutto questo". "Bisogna inoltre valutare attentamente il modo in cui un'immagine o una proposta potranno essere comprese divulgate e interpretate. Se si rimane sorpresi da talune reazioni, significa che non si è ben analizzata la situazione prima di parlare, dunque non ci si è posti sufficientemente in ascolto". All'Assemblea verranno rappresentate realtà come Facebook, YouTube, Wikipedia e Google, utilizzate soprattutto dai giovani, la cosiddetta web generation. Per mons. di Falco Lèandri "non sono i giovani a non andare più verso la Chiesa; è la Chiesa ad essere lontana dal loro mondo. Navigando in rete ci si rende conto del bisogno di comunicare, di incontro e di autentico dialogo. Per questo dobbiamo promuovere una presenza cristiana sul web fatta di operatori, preti inclusi, in grado di padroneggiare le tecniche della comunicazione, ma anche di offrire spazi per la ricerca, l'incontro e la preghiera". Quali le caratteristiche di un sito Internet cristiano? "Deve occuparsi del mondo ed evitare di essere ideologico tentando di imporre la propria verità. Aperto al dibattito ma intransigente sui principi fondamentali. Deve saper risvegliare le coscienze proponendo semplicemente la verità di Cristo in modo fermo ma al tempo stesso amichevole e con umiltà, rendendo conto della speranza che è in noi a chi ne chiede ragione".
Sir-Europa

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